Secondo me, visto come sono andate le votazioni in questi ultimi anni, penso che la maggioranza della gente quando va a votare, non pensa al bene dell’Italia, alla giustizia, al progredire della Nazione, non pensa a votare chi fa le cose giuste, chi spiega che le tasse vanno pagate per il bene di tutti, chi dice le cose come stanno e spiega che a volte la medicina è amara. Penso che la maggioranza non non abbia neppure idee politiche per cui, tanti non vanno a votare ma poi si lamentano, altri vanno solo per votare contro, senza pensare che possono cadere dalla padella alla brace, altri ancora, votano chi grida più forte o chi le spara più grosse solo per convincere, ben sapendo che non potrà mantenere le promesse fatte. Sempre secondo me, c’è una grande fetta di elettori che quando deve decidere a chi dare il voto, guarda esclusivamente i propri interessi e se ne frega degli altri, come gli evasori, voteranno chi gli rende possibile pagare meno tasse o non pagarle affatto, chi promette meno controlli, meno scontrini fiscali, chi permette di pagare in nero, chi vuole dare più ristori, ecc. Chi non ha tasse da pagare, darà il voto a chi gli promette più aiuti, un reddito pur minimo con cui vivere, perché cercare un lavoro, fare corsi di aggiornamento, andare probabilmente lontano da casa, quando con una piccola pensione, un reddito, potresti stare tranquillamente a casa a fare gli affari tuoi facendo eventualmente qualche lavoretto in nero, tanto per arrotondare? Infine, quei pochi che hanno idee politiche, giurano vendetta per i presunti torti subiti, pensano alle epurazioni da fare, ai giornalisti scomodi da estromettere, alle poltrone da occupare, gioiscono per il siluramento di un avversario, non si accorgono della loro meschinità, della loro insofferenza di fronte alle critiche, alla ragione per partito preso, quella di stato, quella che ti chiude gli occhi e la bocca, mettendoti a tacere per i giorni a venire. Con un 25 % di voti sul totale degli aventi diritto, si pretende di governare a nome di tutti, quante volte abbiamo sentito; “gli italiani c’è lo chiedono” che vorrebbe dire: ci hanno votato ed ora che siamo al governo facciamo quello che vogliamo, non venite a rompere le scatole se non è quello promesso, se dobbiamo adattarci alla situazione, se ora dobbiamo dire che tutto va bene anche se va come prima, dobbiamo dire che siamo un grande paese, che c’è la faremo sicuramente, promesse e niente più. Intanto buttiamo soldi per trasferire emigranti in Albania in contrasto con leggi nazionali ed internazionali, ben sapendo che siamo sotto gli occhi di molti osservatori stranieri che difficilmente perdonano certi sbagli. Ho letto che una nave come quella, che ha portato avanti ed indietro 16 emigranti circa 1/3 del personale, costa dai 12 ai 15000 ero al giorno. Ogni viaggio sono almeno 5 giorni e questo è solo l'inizio, senza contare tutto il personale italiano pagato in trasferta, per sbrigare le pratiche di accoglienza ed assistenza. Ora mi chiedo, non sarebbe stato meglio investire qualcosa in più sulla sanità in Italia e tagliare le liste di attesa per davvero, o forse questo gli italiani non lo hanno chiesto? Ho l'impressione che si faccia finta di non sentire, per non creare problemi a tutte le cliniche private che stanno nascendo come i funghi in questa stagione. Riccardo Balestra
Inviato il 20-10-24, pubblicato 24-10-24 su La Guida
Mi chiedo però, il risparmio energetico dov’è finito, gli impianti di risalita consumano parecchio, tra energia elettrica per la risalita, per i cannoni da neve, carburanti per i macchinari, personale, ed ora in modo sempre più importante, acqua, tantissima acqua per produrre neve artificiale e tutto questo solo per il divertimento di qualcuno. A parte le battute, non penso che la soluzione dell’innevamento artificiale sia sostenibile, e tanto meno attuabile in larga scala. In periodi come quello attuale, in cui d’estate rischiamo di restare a secco, d’inverno sarebbe importante riempire le riserve idriche e non spargere acqua sui monti, per poi lamentarsi in estate della mancanza d’acqua e sentire alcuni proporre di risparmiare sull’acqua di irrigazione dei campi, vitale per le aziende agricole ed i frutteti, magari gli stessi che poi usano l’acqua potabile per l’irrigazione dell’orto o il lavaggio della macchina.
Inoltre penso che questi accaniti sciatori, almeno in maggioranza si riterranno amanti dell’ambiente e della natura, senza pensare ai problemi sopracitati, alla deforestazione, al movimento terra per le piste, all’acqua sottratta agli acquedotti, alle riserve naturali, all’irrigazione. Anche a me è sempre piaciuta la montagna che ho frequentato assiduamente per una quindicina di anni, d’estate basta un paio di scarponi, uno zaino ed eventualmente un poncio, d’inverno, con un paio di sci o meglio per chi non è esperto di fuori pista come lo ero io, un paio di ciastre, racchette da neve con le quali vai dove vuoi sempre con attenzione e rispetto per l’ambiente. Una bella gita a costo zero, ti rinfranca lo spirito, fai un po' di allenamento all'aria aperta, avanzi di andare in palestra, quanti soldi risparmiati e senza spreco di energia, se non la tua. Sarà colpa della pubblicità ingannevole, o di tutto quello che volete, ma il fatto che non ci si dovrebbe più privare di nulla, o che l’unico suo scopo del vivere, debba essere la felicità a tutti i costi, senza accorgersi di non essere più in grado di ragionare con la propria testa, di seguire influencer che (ben pagati), ti guidano negli acquisti e nelle necessità quotidiane, ci sarebbero molte riflessioni da fare, prima di dirsi ambientalisti.
Riccardo Balestra, inviata il 23-01-24 a La Guida, Cuneo, pubblicata 15-02-24
Riccardo Balestra - Inviato 21-10-2023 - Pubblicato su La Guida il 2 Novembre 23
Una disputa sul sistema odierno dell’arte, lanciata dall’artista;
Achille Bonito Oliva.
Riccardo Balestra - inviato a La Guida il 20-03-23 - pubblicato 30-03-23
Una riflessione sul “Caro energia”, dopo l’ultima bolletta, la più salata in assoluto.
Ma veramente abbiamo voglia di privarci di qualcosa e complicarci ulteriormente la vita?
Se poi chi per svariati motivi si trova in difficoltà, penso che innanzitutto dovrebbe rivedere le sue voci di spesa e tagliare quelle inutili e c’è né sono tante, basta vedere cosa pubblicizzano sui media, 90% spese inutili. Chi proprio non c’è la fa, può contare su qualche Onlus che sicuramente gli verrà incontro, per lo stato tutto questo ormai dipende dall’ISE con tutto quello che comporta.
Riccardo Balestra, Inviato a La Guida – 06-02-23 – L’opinione dei lettori. Pubblicato 09-02-23
Fine anno, tempo di riflessioni e di ricordi.
75 anni, la resa dei conti
L’età in cui incominci a tirare le somme e ti rendi conto che ciò che era importante un tempo, ora non lo è più, ma nonostante questo le abitudini ed i comportamenti restano tali.
L’età in cui le certezze, sono sopraffatte dai dubbi e che forse hai trascurato i figli, anche se non gli hai fatto mancare nulla, forse avresti potuto fare di più, ma eri troppo preso dalla casa, dai debiti che mai hai sopportato, ti sei sempre detto che lo facevi anche per loro, ma forse era principalmente per te, per la realizzazione di un tuo sogno, anche se lo hai realizzato con tanti sacrifici e tanto lavoro. Ora che hai la schiena rotta e non solo, le sicurezze di un tempo cominciano a vacillare, ma non vuoi ammettere che è stato tutto inutile, in effetti non lo è stato, hai fatto la tua vita, più o meno come l’avresti voluta, solo con qualche problema in più. Non avevi calcolato tutte le ore di lavoro le festività e le ferie perse, tutto questo dovuto alla tua voglia di fare, la stessa voglia ti ha portato nel tempo a esperienze diverse di cui spero di avere ancora occasione di parlarne
Riccardo Balestra, pubblicato su La Guida, 07-11-22
Una cosa che non possiamo mai dimenticare, è che la morte è sempre lì che ci accompagna ogni giorno, in ogni fase della nostra vita. Se non direttamente interessati, lo siamo indirettamente, un parente, un vicino di casa, uno che conosci è venuto a mancare, e poi dai media, quante notizie specie in questa pandemia che non sembra mollare la presa. Ne parlo perché in poco tempo, è il terzo funerale in cui sono coinvolto ed il primo che si conclude con la cremazione. Se fin’ora avevo delle riserve su tutto il comparto “Onoranze Funebri” per i costi, ma anche per tutti i balzelli imposti dal Comune per fare cassa, come per molte altre cose (vedi tari); in questa ultima occasione, ne ho scoperto altri. Se succede una disgrazia a casa, accorrono un mucchio di persone, due autoambulanze, tre macchine della polizia ed altri addetti ai lavori, molte persone solo per constatare la morte e fare domande, senza contare tutti i curiosi che vogliono vedere, sapere cosa è successo. Alla fine scopri che le autoambulanze vanno via vuote e devono intervenire a spese dei parenti, la macchina funebre con due addetti e altri due operatori del Comune che penso presenterà anche il conto. Riguardo al “caro estinto” ci sono molte cose inconcepibili, una di queste sono i valletti, cinque persone pagate per niente, buona parte extra comunitari, quando ci sarebbero decine di volontari che vorrebbero portare la cassa, ma questa è già una cosa vecchia. Un'appendice però mi è ulteriormente parsa strana, forse non ci avevo mai fatto caso prima, sono gli inchini, i segni della croce di questi zelanti valletti, diligenti può essere, di cui non conosciamo il credo e la cui partecipazione, è legata solo ad un contratto di lavoro spero regolarizzato visto il costo. E’ nella cremazione che secondo me, si raggiunge il massimo dell’ipocrisia, del fariseismo, capisco che una cerimonia si dove pur fare, che alcuni vorranno fare una cerimonia in grande stile, da ricordare nel tempo, invitare amici e parenti, ma non è questo il momento, la gente comune da quello che vedo, nei momenti di lutto ha altro a cui pensare, parenti a cui rispondere, risposte che trovi a fatica, a cui ancora non ti sai dare spiegazione. Alla fine dopo aver svolto il cosi detto cerimoniale in musica, gestito anche qui da addetti a mo' di teatranti, saluti per l’ultima volta la bara che viene accompagnata in un piccolo locale di cui non si vede l’uscita, con luci sfumate blu e bianche, come in procinto di partire per un lungo viaggio, ma che in realtà finisce li, in una stanza accanto presumo, in attesa della cremazione vera e propria. Una cosa che potrebbe essere suggestiva, ma per me, niente di più che una uscita di scena dietro le quinte della vita. Tace la musica, si chiude la porta, cinque/dieci minuti ed è finita, c’è già un altro carro funebre che aspetta, tornerai dopo qualche giorno a prendere le ceneri, c’è solo da sperare nella professionalità e nella serietà degli addetti, non c’è tempo per fare domande e chiedere spiegazioni, il lavoro deve andare avanti e la vita pure. Ma non è ancora finita, le ceneri sono un altro problema, non pensare di farne cosa vuoi, deve essere tutto certificato e firmato, nulla può sfuggire al Comune, in una maniera o nell’ altra devi pagare la relativa tassa. E’ qui che ho scoperto che qualche brillante esattore del Comune di Cuneo, con la scusa di ricordarne la memoria dei defunti sottoposti a cremazione, si è inventato una piccola targhetta in bronzo da mettere nel cimitero cittadino dove già altre trovano posto su una delle otto lapidi in pietra, predisposte allo scopo. La cosa di per se non sarebbe male, se ti dessero almeno la possibilità di scegliere se metterla o no, anche perché i cittadini delle frazioni poco frequentano questo cimitero e la targhetta alla memoria, potrebbe non interessargli. Oppure, se lo scopo fosse solo ricordare la memoria di un cittadino defunto, il Comune dovrebbe farlo gratuitamente, senza aggiungere anche questo balzello ai già tanti esistenti, allungando la già notevole lista delle cose da pagare a seguito di un funerale. Non c’ è niente da fare, il business sul “caro defunto” è sempre più redditizio e non solo per le O.F.
Riccardo Balestra - 15/05/2021 pubblicato su FB
Capisco che d’estate, qualcuno voglia rinfrescarsi e che i bambini lo trovano un gioco irresistibile, ma ora la gente viaggia tutta infagottata, cosa c’è né facciamo di tutta quest’acqua! Tante parole sullo spreco, tante raccomandazioni di chiudere i rubinetti, e poi ……si fa tutto al contrario, come per l’energia, mentre a casa tua dovresti spegnere sempre tutto, si passa da “Mi illumino di meno” a “L’illuminata”, forse che sulle spese comuni non è il caso di risparmiare? Oppure è solo una questione politica, far contenta la gente specie quella (ed è tanta) a cui piace fare festa e se ne frega del risparmio. Intanto le fontanelle continuano a buttare anche se il tempo è brutto e non c’è praticamente nessuno, pazienza, per l’acqua che cade da sopra, non ci possiamo fare niente, ma quella da sotto se ne potrebbe benissimo fare a meno!
Chiesa di S. Maria, Cuneo, 19 Ottobre 19
Siamo entrati in Chiesa che erano già le 17,30, la messa stava incominciando, ho sentito subito un tepore in forte contrasto con la temperatura esterna. Io e mia moglie, abbiamo trovato posto nella fila esterna di destra, stavo per sedermi quando mi arriva una ventata di calore dal termoventilatore posto li a due metri, dietro la balaustra laterale. Di colpo mi sono ricordato dello stesso problema già avuto in precedenza, mi sono dovuto spostare perché è veramente una cosa fastidiosa questo rumore e questa aria calda che ti butta in faccia.
Raccolta rifiuti Ottobre 19
Ho letto che il vetro riciclato viene pagato due euro alla tonnellata, cioè mille chili di vetro per due miseri euro! Ma non ci avevano raccontato che la differenziata avrebbe dovuto far risparmiare ai cittadini chissà che cifra con la vendita dei materiali riciclati? Mi sa che erano tutte balle per far ingoiare la pillola dell’aumento per me ingiustificato dei parametri su cantine solai ecc. e di un ulteriore mazzata alle famiglie numerose, con un costo aggiuntivo per ogni famigliare residente, togliendo le agevolazioni per chi abitava ad una certa distanza dal punto di raccolta, cosa che ha fatto raddoppiare il costo senza nessun vantaggio, tanti chilometri in più per i mezzi di raccolta e tanti giri a vuoto, visto che in campagna la gente consegna l’immondizia solo la metà delle volte riciclando umido e verde.
Secondo me gli unici che ci guadagnano sono quelli che comprano i materiali di riciclo, possibile che non si trovi a vendere a prezzi migliori sul mercato?
Innanzitutto non è il mio scopo, la mia aspirazione tirare fuori l’anima delle donne nei quadri da me dipinti, tra l’altro non so cosa né potrebbe uscire visto che le anime delle donne, come d’altra parte quelle degli uomini, sono molteplici. Nei miei dipinti piuttosto, oltre la cura del disegno, dell’inquadratura, la scelta dei colori ecc. partendo dalla serie dei manichini per evolvere con la pop-art e svilupparne un filone del tutto personale, direi che ho concentrato maggiormente l’attenzione sull’immagine che sempre più, specie i giovani, vogliono dare di se stessi, influenzati sicuramente dai media, dalla pubblicità, con cellulari, palmari ecc. sempre più sofisticati e dei quali sembra non se ne possa più fare a meno. Tutto questo ha permesso volendo, di dare un’immagine diversa di se stessi, ha permesso ad una persona qualunque di sentirsi protagonista, attore, di diventare personaggio di spettacolo, di trasformarsi, di emulare gli attori specie di quei talk-show che tanto vanno di moda. La tendenza di farsi vedere, di portare tutto in pubblico, non mi sembra che lasci tanto spazio all’anima che avrebbe più bisogno di riflessione e silenzio. Sono piuttosto queste le donne da me rappresentate, donne di carattere, ma pur sempre donne di spettacolo, attrici, che sanno sopprimere davanti alle telecamere ciò che potrebbe uscire dall’anima, per dare l’immagine di una donna sempre giovane, sorridente e piena di vita, per poi magari lasciarsi andare nelle spoglie stanze dei costosi alberghi che le ospitano. Il filo conduttore del mio studio, è quello di cogliere i vari aspetti di questa trasformazione, questo voler apparire diversi, voler mascherare una certa insicurezza che comunque si coglie a volte in alcuni aspetti e atteggiamenti. E’ per questo che tra i diversi temi sviluppati, partendo dai manichini, passando per le bambole, sono arrivato ai clown e ai mimi, per concludere almeno momentaneamente con figure androidi, ultima frontiera dei media a cui anch’io non ho saputo o voluto resistere. Mi scuso con la signora di non aver espresso sul momento le mie idee, ma capirà senz’altro che l’argomento andava sviluppato ed approfondito e forse non ne avremmo avuto il tempo, comunque spero di avere sufficientemente chiarito l’ottica con cui porto avanti il discorso pittorico e non solo.
Riccardo Balestra, pittore
04/06/2012, Richiesto inserimento su Opinione dei lettori, La Guida - non pubblicato
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