Situazioni di vita

 Situazioni di vita

La vera storia di una mostra a Barcellona, Spagna - al tempo del Covid. 

Una sera del Novembre 2019, appena uscito dalla mia personale al Collegio dei Geometri di Cuneo, arrivato in piazza della Liberazione prendo l’auto per tornare a casa. Nemmeno il tempo di uscire dal parcheggio che suona il cellulare, per me cosa rara, pensavo mi chiamassero da casa ed invece no. Una voce gentile si voleva dare da conoscere, non la solita signorina del coll-center ma una gallerista di Forlì, Silvia Arfelli della galleria “La Maja Desnuda” che richiama il famoso quadro di F. Goya. Comincia col ricordarmi che qualche mese prima, mi aveva postato un invito di partecipazione alla mostra che intendeva fare a Barcellona, da farsi i primi di Dicembre, l’ideale per le vendite anche in Spagna, vista la prossimità del Natale. A questo punto fermo l’auto e mi metto in ascolto, volutamente non avevo risposto all’invito non ritenendolo conveniente, mi pare che fosse 600 euro per esporre in galleria, quattro opere per 15 giorni. La gallerista continua a parlare, a lodare la galleria, le mie opere a cui avrebbe tenuto particolarmente poter esporre, ecc. ecc. Ora mi avrebbe voluto fare una nuova offerta, a suo dire un ragazzo avrebbe inviato solo due opere, quindi mi avrebbe potuto offrire due opere al prezzo di 250 euro, al posto di 300. Non sapevo più cosa dirle, da una parte ti lusingano così tanto che non vuoi essere scortese, dall’altra non mi va di buttare via denaro in questo genere di operazioni prevalentemente commerciali. Ho cercato di prendere tempo per rifletterci ancora su, ma lei insisteva e mi metteva fretta, intanto si stava facendo tardi ed a casa mi aspettavano, le dico finalmente con successo, che ci avrei pensato ancora su e l’avrei richiamata. L’indomani avevo0 questa cosa che mi tormentava, non avevo mai partecipato ad una mostra del genere, o meglio avevo appena ritirato due opere da Genova ma era un'altra cosa. Ho provato a considerare il lato puramente commerciale ed il fatto che sulle mie opere c’è un buon margine di guadagno e quindi mi sarebbe bastato vendere un opera per essere in attivo, però 250 euro mi sembrava ancora troppo e poi ci sono ancora altre spese. Chiamo la gallerista e le propongo 200 euro e senza spese di trasporto, ha provato a mediare ma io non ho mollato, alla fine ha accettato, si vede che aveva proprio necessità di completare il carico, visto il poco tempo che rimaneva a Dicembre. Il giorno successivo pago il dovuto e porto le opere imballate al corriere concordato, dove le avrebbe fatte ritirare. Passano i giorni e non sento nessuno, siamo ormai verso fine Novembre, cerco la gallerista per avere informazioni sull’eventuale inaugurazione, non è che avessi intenzione di andare a Barcellona. Scopro cosi che la mostra era stata rinviata (logicamente) per cause indipendenti dalla sua volontà, rassicurandomi sul fatto che si farà sicuramente entro qualche mese, ignara dei problemi a cui saremmo andati incontro. Secondo me la gallerista non è riuscita a fare il carico perché se fosse dipeso dalla galleria, (BCM Art Gallery Barcellona) l’avrebbe sicuramente detto, addossandogli la colpa. Comunque la mia rimostranza e le mie preoccupazioni, non si sono fatte attendere, non sono abituato e non mi abituerò mai a queste situazioni, la puntualità e la parola data per me sono sacre, ma cosa ci posso fare! Già incominciano a balenare nella mia mente le situazioni più assurde, già immaginavo di essere stato raggirato e di non vedere più nè soldi né quadri, già cominciavo ad imprecare contro me stesso per la mia ingenuità, per essermi fatto infinocchiare da una signora che sa essere molto convincente, dopo che per anni avevo detto di no a queste esperienze. E ci si mette anche la sfortuna, ora, che per la prima volta provo ad andare ad esporre all’estero, sono subito fregato? Non può essere! Non mi pare una truffa, le mie opere sono ancora a Forlì, la gallerista si scusa e mi scrive:” comprendo il suo nervosismo, ma le assicuro che sono qui e non scappo ma devo risolvere anche i problemi organizzativi ( secondo me, saldo delle rette e consegna delle opere per completare il carico) Intanto arriviamo a Natale e Capodanno e niente si muove, aspetto senza poter fare nulla, anzi cercando di farmene una ragione e non drammatizzare più di tanto. Verso il 10 Gennaio arriva un comunicato, verrà stabilita al più presto la data della mostra, poi più niente per due mesi. In questo periodo si incomincia a parlare di Corona Virus, sembrava una cosa lontana che riguardava la Cina o poco più, ignari di quello che sarebbe avvenuto. Il 5 Marzo arriva il comunicato, la mostra “ DIFERENCIAS “ si farà come detto alla BCM Art Gallery, dal 12 al 23 Marzo, con una ventina di espositori italiani tra cui io sottoscritto. Intanto il Virus è già tra di noi e le misure restrittive già sono in atto, in Spagna sembrano esserci pochi casi, i negozi sono ancora aperti. Le opere sono in galleria, la nostra mostra viene allestita ed inaugurata, scopro poi che la nostra gallerista non ha potuto andare all’inaugurazione data la situazione e l’inaugurazione è avvenuta in tono minore, ovviamente con poca partecipazione.

Anche in Spagna il virus comincia a mietere vittime e sono partite le restrizioni, dopo qualche giorno anche la galleria ha chiuso i battenti, cosi dopo tanto penare le nostre opere sono li appese ai muri in attesa che si risolva la situazione. Anche noi siamo qui chiusi in casa a rimuginare su quello che poteva essere e non è stato, su tutta questa vicenda assurda che non avrebbe dovuto andare così, in attesa degli eventi di una pandemia a livello mondiale, in attesa che le nostre opere più che essere vendute in Spagna, ritornino a casa per mettere la parola fine a questa sfortunata vicenda. Per la cronaca, la mostra ha riaperto e le opere dopo sei mesi sono tornate a casa.   Riccardo - 2019/20



IL confronto

Per la seconda volta di quest’anno maledetto, ieri ho dovuto ammettere di avere sbagliato, anche se per me, non è assolutamente vero. Anche questa volta, ho dovuto cospargermi il capo di cenere, per avere detto le cose come stanno e per non arrivare al punto di rottura.

Mi sono sentito dire che io voglio sempre avere ragione, finora lo aveva fatto solo mia moglie, e l’ho dovuto sentire da parenti che neanche sono abituati a ragionare, quelli che se hanno qualche problema, vanno da: “chi sa”, lo stesso come se io non sapessi niente. Geometri, avvocati, notai, tutta gente che tira l’acqua al suo mulino e che sicuramente da ragione al cliente, al posto di mettere pace tra le persone, mettono zizzania, così peso si procurano nuovo lavoro. Chi non è in grado di fare questi piccoli ragionamenti, più delle volte è anche in malafede, corre ad informarsi a destra e a manca e sicuramente trova chi gli da ragione, per i motivi detti in precedenza ed anche perché per l’interlocutore, è più facile dare ragione o dire alla gente quello che vuole sentirsi dire, che dargli torto e dire di lasciare perdere, perlomeno dirgli che non ne vale la pena. Certo che fa male dopo aver lavorato onestamente, sentire che ci sono dubbi, riserve sul tuo operato, ti saresti aspettato un po’ di gratitudine, di partecipazione ed invece solo critiche. E pensare che eravamo tutti d’accordo sul mio impegno, sono state firmate da tutti le domande, presentati i documenti, il lavoro è andato avanti, anche perché mi sono interessato e mi sono dato da fare, forse fin troppo, tanto che qualcuno avrà anche pensato che avessi degli interessi particolari, così qualcuno dopo essere stati a guardare, ha pensato bene di criticare il mio operato. E’ certo che si sarebbe potuto fare anche in altri modi, è certo che se avessi chiesto a diedi persone, mi avrebbero indicato dieci modi diversi, ma siccome sono abituato a ragionare con la mia testa e non con quella di altri, mi sono informato ed ho cercato il modo più razionale per svolgere il lavoro assegnatomi. In ogni caso, i risultati si sono visti, i sodi sono arrivati a tutti quelli a cui dovevano arrivare e nelle percentuali stabilite anche se a me, non favorevoli, se c’è stato qualche piccolo inconveniente, come ho già più volte detto, non è da imputare a me, ma a qualche leggerezza nella liquidazione delle rimanenze. Inoltre si scopri che le stesse persone che hanno detto a me che andava bene fare così, oggi dicono ad altri che si sarebbe dovuto fare diversamente, scopri che prima dicono di lasciare stare una certa persona perché non sta bene e poi si lamentano che la tal persona non è stata sufficientemente interessata, scopri che c’è gente che preferisce pagare centinaia di euro ad un avvocato, per sentirsi dire che ha ragione, che quelle poche decine di euro gli aspettano, senza tenere in conto l’aspetto morale di tutta la questione. Scopri che hanno dei dubbi su chissà cosa puoi aver preso, quando mai hai avuto accesso da solo, mentre altri l’accesso l’hanno sempre avuto, inoltre chi si lamenta, quando ha voluto accedere, ne ha approfittato, ma questo non si può dire, si offenderebbero subito. Secondo l’avvocato, non saremmo potuti andare a cercare la documentazione necessaria per mandare avanti le pratiche, già per questo che siamo già sempre andati in coppia con altri, avremmo dovuto fare copia di tutti i documenti, centinaia di copie inutili, documentazioni e domande moltiplicate per tre, solo per una assoluta mancanza di fiducia. Si sa che la gente non è sincera, ma scoprire che anche tra i tuoi parenti c’è chi davanti ti dice una cosa e dietro ne dice un'altra, non fa assolutamente piacere, d’altra parte i detti niente lusinghieri sui parenti, da qualcuno avranno pure avuto origine. Lo so che capire le ragioni degli altri è difficile ed occorre uno sforzo di volontà e soprattutto di fiducia, se questa manca è più facile imporre le proprie ragioni, o perlomeno insinuare dubbi sulla correttezza. Inoltre capisco che chiedere scusa quando si sbaglia è doveroso e necessario, ma dover chiedere scusa quando si ritiene di non aver sbagliato, non è per niente piacevole. Pero c’è gente che è riluttante a capire le tue ragioni, pretende scuse e giocando sul fatto che te sei una persona intelligente e che non vuoi rovinare tutto, non vuoi ricorrere all’avvocato e mangiarti soldi inutilmente, solo per non dar ragione a gli altri. Cosi per la pace in famiglia e tra i parenti, devi piegare il capo e dare ragione a chi poco capisce e poco ha fatto, tanto ha preteso e forse ha anche straparlato alle tue spalle. 

Per fortuna che c’è un proverbio che dice: L'uomo che fa molto sbaglia molto; l'uomo che fa poco sbaglia poco; l'uomo che non fa niente non sbaglia mai. Confucio.

Riccardo 22/11/21                                                 


Quella strana idea

Tutti penso abbiamo avuto almeno una volta nella vita questa folle e strana idea, perlomeno in età dello sviluppo, ma poi per la voglia di vivere, di costruirsi un futuro, ha prevalso e hai superato l’ostacolo, ognuno ha scelto la sua strada. Ma c’è chi forse non lo ha mai superato del tutto, portandosi dentro un fardello di rabbia e di invidia verso tutto e tutti che gli ha impedito di vivere una vita normale, di esprimere sentimenti genuini e sinceri, colpevolizzando se e gli altri. Tutto questo, per forza di cose, ha dovuto essere mascherato agli occhi altrui, per dare una parvenza di normalità alla sua triste e travagliata vita, penso come ad uno sdoppiamento della personalità, quella pubblica, disponibile e sorridente, pronta ad aiutare gli altri a dire una parola buona, quella privata in cui si coltiva odio e vendetta, contro qualcuno in particolare senza un ragionamento logico. Individuare il nemico da abbattere ad ogni costo, quello che secondo il tuo istinto ti ha rovinato la vita, quello che ti ha defraudato di chissà che cosa, quello che magari ti guarda da vicino e che già dubita della tua onestà intellettuale. Quello che, se ti lasci andare potrebbe scoprire i tuoi segreti, quello che ancora ti vuole bene e ti vorrebbe aiutare e consolare, quello che non vuoi ascoltare perché pensi di bastare a te stesso, quello a cui hai detto in malo modo di farsi gli affari suoi. Pensi di essere forte ma ti sorge il morboso sospetto che tutto sia contro di te, non puoi avere un attimo di debolezza, un piccolo cedimento che permetterebbe di lasciarti andare, di confidarti con qualcuno, di scaricare la tensione con un amico, un parente, non vuoi scoprire gli altarini, svelare i tuoi segreti, ammettere le tue colpe. Intanto passano i giorni e passano gli anni, aumenta la solitudine e dopo le prime disavventure, abbandoni anche l’idea di trovare qualcuno, un compagno/a per la vita, che ti capisca e ti dia forza, a cui però non potresti nascondere niente. Troppo complicato e limitativo della tua libertà, del tuo spirito ribelle, del tuo spazio vitale, delle tue abitudini ormai radicate, meglio lasciare perdere, col tempo ti leghi ad un figura paterna che ritieni abbia bisogno di te, una figura che per l’età non ti contrasta e non ti consiglia, ti lascia fare, pensi di aver trovato uno scopo nella tua vita, ma con il passare del tempo le cose cambiano. Come chi ha un attaccamento esagerato ad un animale domestico, quando mai venisse a mancare ne faresti una malattia, ma per il momento non te ne rendi conto e vai avanti. Intanto per ora pensi di poter giustificare tutto, puoi anche fare la vittima, farti vedere sfortunato, ruffianare quando è necessario e quando pensi che ti possa tornare utile, spargere veleni. La piccolezza della tua esistenza, amplifica i problemi, sempre gli stessi da anni, ormai è una ossessione, non sei riuscito nonostante tutto ad abbattere il nemico, nonostante le maledizioni, le bugie, le tue bordate di insulti nemmeno più tanto mascherati. La zizzania che hai seminato, è caduta sulla roccia e non ha attecchito, tanto lavoro per niente, ti senti sconfitto su tutti i fronti e cominci a vacillare. A questo punto basta un piccolo contrattempo, una qualsiasi banalità che ti mette in crisi, perdi la sicurezza di un tempo, i dubbi ti assalgono, gli amici sono sempre meno e neppure vuoi sentirli, ma ancora non vuoi cedere, non vuoi lasciarti andare, sarebbe come una confessione, ammettere i tuoi peccati, i tuoi sbagli e le tue colpe. Cominci a vedere il buio attorno a te e incomincia a balenarti una strana idea, da quando anche quell’unica persona a cui tenevi ti ha lasciato, ti senti solo e pensi di non aver fatto abbastanza, pensi che se avessi chiesto aiuto, forse le cose sarebbero andate diversamente, ma tutto sembra essere contro di te. Ti isoli sempre di più, come se una quarantena non ti bastasse, non rispondi nemmeno più al telefono, rifiuti di parlare anche con chi ti vorrebbe aiutare ma è ignaro di quello che ti sta passando per la testa, quella strana idea. Blocchi le comunicazioni e mediti su vicende passate e presenti, non cerchi nemmeno più di uscire dal tunnel in cui sei finito, sei fatalista ed hai poco credo, pensi alla sfortuna, ai presunti torti e forse anche al male che hai fatto, alle scorrettezze, la tua mente è annebbiata, ti addentri sempre di più nell’angusto tunnel che ti sei costruito, fatto solo di dolore e di odio. In questi momenti non sei più in grado di fare un ragionamento logico, non hai più nemmeno voglia di lottare e scivoli lentamente verso il baratro.

Niente ti può più fermare in questo momento, nemmeno l’amore di chi ti ha voluto bene a cui però non hai creduto, nemmeno la consapevolezza di far del male alla famiglia ti condiziona più, il tarlo di quella strana idea sta già lavorando nella tua sconvolta mente. Ora sono altri i tuoi pensieri, farla finita e basta, nemmeno il giudizio finale ti spaventa, tanto più che non hai mai veramente creduto in una vita futura, hai creduto solo in te stesso con tanta ipocrisia, non hai mai voluto rendere conto agli uomini, figuriamoci a Dio a cui non ti sei mai rivolto a chiedere grazia e perdono. Il campo si restringe ed il pensiero diventa pressante, un ultima sigaretta ti confonde sempre di più, non riesci a levartelo dalla testa, non ti rendi nemmeno più conto che è egoista non pensare a chi resta, non pensare al male che fai a chi avrebbe voluto esserti vicino, a chi credeva in te, ma anche al male che fai a chi non ti credeva e cercava solo verità nelle tue parole. Non sei pronto per una confessione, è meglio farla finita, troppo buio intorno e troppo pesante il fardello accumulato in questi ultimi giorni, meglio mettere la parola fine e non pensarci più, quella strana idea ha prevalso su tutto ed ora sta per mettere la parola fine.                      Riccardo - 29/05/21



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